Come fare un vino pesticide free
Fare vino implica grande responsabilità sia verso l’ambiente sia verso i consumatori. Un ambiente sano è prerequisito fondamentale di una produzione di qualità, sostenibile nel tempo e sanitariamente sicura.
Per garantire tutto ciò, alla Lomellina perseguiamo una viticoltura improntata al principio del minimo impatto ambientale, basata su agro farmaci a basso impatto e su pratiche agronomiche.
In effetti, stiamo per concludere un percorso che, per la vendemmia 2019, ci porterà a diventare ufficialmente una azienda biologica.
Oggi vogliamo parlarti di alcuni dettagli fondamentali di questo nostro approccio.
Un terroir fortunato
I vini migliori vengono sempre da ambienti naturali in cui certe caratteristiche geografiche, geologiche e climatiche convergono in maniera ottimale.
I nostri vigneti di Cortese si trovano su siti coltivati a vite da più di due secoli. I primi impianti risalgono infatti al 1816, grazie all’intuizione del proprietario di allora, Marco Lomellini, che capì il potenziale viticolo delle colline intorno alla villa della Lomellina.
Questa lunghissima tradizione ci ha dunque lasciato in eredità un terroir ben testato e particolarmente favorevole.
Puoi leggere anche: Scopriamo il territorio del Gavi
Manualità e sinergia uomo-ambiente
Per sfruttare un ambiente così fortunato senza rovinarlo, bisogna agire con tocco delicato.
Perciò, tutte le operazioni in vigneto sono portate avanti rigorosamente a mano da personale qualificato e attento.
Come ogni pianta, anche la vite ha un suo ciclo vitale annuale. E un altro modo per ottenere il massimo dalle nostre vigne senza provocare stress è sincronizzare con precisione certi interventi con la specifica fase di sviluppo della pianta.
Per esempio, mentre la vite riprende a crescere dopo il riposo invernale, i germogli e le foglie formano una chioma sempre più rigogliosa. L’umidità che ristagna dentro la chioma può portare alla formazione di funghi e la pianta si può ammalare.
Invece di usare prodotti sintetici anti-fungo, ci assicuriamo di tenere la chioma sempre ben arieggiata con sfogliature mirate, in modo da permettere alla luce del sole di raggiungere ogni parte della pianta, minimizzando così il ristagno di umidità.
Leggi anche: La vendemmia del Gavi DOCG Marchese Raggio
Agricoltura biologica e vino pesticide free
Non ci piace usare diserbanti. Invece, per tenere sotto controllo le erbe infestanti, che si formano tra i filari, usiamo solo mezzi meccanici. E teniamo a bada gli insetti nocivi e le malattie crittogame attraverso azioni e prodotti biologici, come la “confusione sessuale”, l’induzione di resistenza, e il piretro.
Grazie a questo approccio, abbiamo ridotto così tanto i pesticidi che nel nostro vino non ne rimane assolutamente traccia!
Questa analisi chimico-fisica di un campione del nostro Marchese Raggio Gavi DOCG 2017 testimonia perfettamente il successo della nostra agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Come puoi notare, infatti, il nostro vino non contiene nessun residuo di fitofarmaci o contaminanti. (Vedi tutte le voci in cui il risultato è “N.R.”, che significa “non rilevato”.)
Perciò, siamo particolarmente orgogliosi di poter definire ormai da anni il Marchese Raggio Gavi DOCG come vino “libero da pesticidi” (pesticide free).
Come anticipavamo, tutto ciò ci porterà prestissimo a diventare una azienda biologica. Prevediamo infatti di ottenere la certificazione ufficiale per la vendemmia 2019.
Ti può interessare anche: La vinificazione in bianco del Gavi